Forme cliniche acute dell’intossicazione da Fosforo

(Ripreso interamente da “Contribution à l’etude Homeopatique du phosphore blanc” del dr. Erie Forest. 1983).
Sono descritte 3 forme cliniche dell’intossicazione da P:

  1. INTOSSICAZIONE ACUTISSIMA

    Essa si ritrova in circa il 25% dei casi. Si osserva dopo un assorbimento massivo, superiore ad 1 grammo, di fosforo bianco. La morte sopravviene in 36/48’ore dopo l’ingestione in un quadro di collasso circolatorio acuto.
    I malati per lo più ospedalizzati in coma e in collasso, senza che ci sia stato il tempo per fare la comparsa i segni clinici e biologici d’interessamento epatico e renale.

  2. INTOSSICAZIONE ACUTA

    E’ la forma più frequente (70% dei casi) e si osserva- per l’assorbimento di dosi intorno ai 400 mg di fosforo bianco.
    L’intossicazione acuta può presentare varie forme e il decorso di queste può essere spesso insidioso. L’avvelenamento può essere talvolta rapido, talvolta lento, ed é possibile differenziare schematicamente tre forme distinte:
    – una forma comune;
    – una forma nervosa;
    – una forma emorragica.
    Queste tre forme possono succedersi e costituire soltanto dei periodi dell’avvelenamento ma ognuna di esse· può manifestarsi isolatamente e occupare da sola tutto il corso dell’intossicazione.

    – Forma comune

    Nello stesso momento, soprattutto se il fosforo non é stato frammentato o se é stato somministrato allo stato solido, sopravvengono delle eruttazioni agliacee, più spesso fosforescenti. Non ci sono dolori immediati nella bocca, nel retrofaringe e nell’esofago. I sintomi si manifestano più tardi, dopo un periodo che varia da cinque a sei ore, anche da 12 a 18 ore. L’individuo avvelenato si lamenta allora di un dolore costrittivo alla gola, di un rigonfiamento della lingua con una sensazione di bruciore lungo il faringe e l’esofago. Il malato si lamenta di una sete viva che non arriva a soddisfare, talvolta di una abbondante sudorazione algida.
    La regione epigastrica é dolorosa, dolori che vanno dalle semplici contrazioni a veri e propri crampi. oppure di bruciori dolorosi ininterrotti.
    Egli presenta soprattutto malessere, agitazione, nausee e più tardivamente vomiti mucosi o biliari, fosforescenti o non. Essi sono spesso seguiti da coliche e da diarree. Tuttavia questi vomiti possono mancare completamente.
    Lo stomaco e il ventre sono generalmente dolorosi, sensibili alla pressione. Ci possono essere spasmi esofagei ed epigastrici.
    L’aspetto é poco alterato, l’intelligenza affatto disturbata.
    In 24 o 36 ore, i vomiti si arrestano. I malati sono in grado di camminare e di agire. Essi avvertono qualche vago dolore erratico nelle membra, più forti e talvolta fissi alle reni.
    Il polso é piccolo, compressibile e rallentato, con tendenza all’ipotensione arteriosa.
    Questa sedazione apparente può prolungarsi per 2, 3 o 4 giorni, talvolta di più e al momento la guarigione sembra assicurata, il malato muore improvvisamente senza aver presentato altri sintomi. Questo miglioramento é in effetti un acquietamento dei sintomi digestivi.
    Il miglioramento può sopraggiungere ad ogni momento dell’avvelenamento, spesso anche in una fase avanzata, vicino alla morte; perforazioni digestive possono evolvere in modo subdolo, interessamenti viscerali multipli sono in via di costituzione.
    Più frequentemente, a partire dal secondo giorno, compare un ittero, talvolta limitato alle sclere, talvolta generale, e si nota un’epatomegalia e una splenomegalia. Macroscopicamente, questa epatomegalia dolorosa rappresenta sicuramente il segno più costante e più durevole.
    In più si nota cefalagia, generalmente frontale, insonnia, tenesmo vescicale con oliguria, seguita talvolta da anuria. Le urine emesse con cateterismo si presentano francamente itteriche, albuminose, con cilindri ed emazie.
    I vomiti ricompaiono irregolarmente, evacuazioni alcune dolorose, talvolta involontarie li accompagnano. La materia fecale è scolorita e contiene grassi in abbondanza.
    Poi bruscamente sopraggiunge un delirio acuto seguite da coma e la morte arriva nelle ore seguenti.
    Nei bambini piccoli, la morte sopraggiunge molto più velocemente il 1°0 2°giorno e i sintomi sono ridotti a qualche vomito, seguito da sonnolenza e da convulsioni.

    Forma nervosa
    In alcuni casi, oltre i sintomi abituali iniziali (vomito, dolori epigastrici, nausea…) compaiono altri sintomi, che vanno a caratterizzare una forma un po’ distinta, deve predominano i disturbi neurologici.
    Dall’iniz1o si osserva il senso di pesantezza nelle membra, i formicolii, gli spasmi molto dolorosi che vengono soprattutto di notte, disturbi vari della sensibilità e lipotimie ripetute. La prostrazione é estrema. la voce affievolita. la pelle secca. C’é poca o affatto febbre, ma un grande indebolimento e sonnolenza.
    L’ittero fa la sua comparsa e sulla pelle ingiallita fanno la comparsa placche eritematose, con iperestesia cutanea.
    Verso il quinto o sesto giorno, o più tardi, il delirio si manifesta bruscamente, il malato lancia dei gridi acuti, avverte dolori folgoranti, allucinazioni, eccitazione psichica, insonnia; presenta fotofobia con miosi e iperloquacità. Resta per qualche ora in preda a una. violenta agitazione con contrazione convulsiva delle mascelle, sussulti nelle membra. Si possono incontrare anche dei casi che presentano un’abolizione del senso muscolare e paralisi
    localizzate.
    Allo stadio terminale, il malato cade in coma e la morte arriva rapidamente, eccezionalmente oltre 15 giorni.

    Forma emorragica
    L’avvelenamento non ha tuttavia sempre un decorso cosl rapido, e in un’ultima, forma, piuttcsto lenta nell’evoluzione, sono i segni emorragici che predominano.
    L’inizio resta identico, ma i vomiti sono praticamente costituiti da sangue puro.
    Le feci sono liquide, sanguinolente, accompagnate. da tenesmo, ematemesi, le ulcere sono frequenti.
    Si constata un rigonfiamento doloroso del fegato; i battiti cardiaci sono deboli e sordi, la debolezza generale é grande.
    Dopo parecchi giorni sopravviene un miglioramento apparente.
    Ma dopo tre settimane o un mese, si vedono comparire delle emorragie che si moltiplicano a livello dello stomaco, dei polmoni, del naso, delle orecchie, dell’utero e della vescica. Queste emorragie, in particolare uterine, spiegano l’utilizzazione, in passato del fosforo come abortivo.
    Il sangue é molto fluido e le petecchie compaiono sulla pelle.
    Un’insufficienza circolatoria acuta é sempre da temere.
    Contemporaneamente il malato ha senso di soffocamento, cordialgia, presenta un senso di appesantimento generale.
    L’ittero non manca ma sopraggiunge in genere tardivamente.
    L’occhio assume un aspetto singolare, il sangue che forma un’ecchimosi sotto la congiuntiva si mescola con la colorazione itterfca.
    Le emorragie vengono di tanto in tanto, la debolezza va crescendo.
    In circa il 50% dei casi, c’é un’insufficienza circolatoria acuta che segna Il passaggio dalla fase di remissione alla fase di scampenso clinico.
    La cachesia anemica arriva per ultima; gli accidenti nervosi sono sempre più frequenti, sempre più gravi, e la morte sopravviene per collasso cardiaco.
    Nei casi in cui la morte é evitata, l’avvelenamento lascia una debolezza persistente o a deIle paralisi parziali. Le donne banno delle mestruazioni più precoci e più abbondanti.
    Riassumendo, la sindrome emorragica associa una porpora, emorragie mucose e interne, una splenomegalia, un aumento passeggero del numero dei globuli rossi, e la “polieritremia rubra transitoria di Von Jaksch”.

 

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