Il fosforo costituisce lo 0,95% del corpo umano (circa 1,5 Kg in un individuo adulto di cui l’80% appartiene allo scheletro, e il 15% ai tessuti molli).
Il fabbisogno giornaliero é dell’ordine di 1,5 – 1,7 g ‘pro-die’ nell’ adulto.
Esso aumenta nel bambino per tutto il periodo dell’accrescimento e va di pari passo con quello del calcio.
L’assorbimento del P, ingerito sotto forma di fosforo o di derivati organici fosfor11ati, varia con il ph dei vari segmenti dell’apparato digerente, per la presenza di sali di Ca++ e di Mg++ negli alimenti, ed é influenzato dalla vitamina D.
L’eliminazione del fosforo avviene sopratutto con l’urina e con le feci (25% – 39%).
L’urina contiene fosforo sottoforma di fosfati di Ca++ e di Mg++.
L’escrezione fecale contiene lo 0,6% in fosforo rispetto al peso secco.
All’interno delle cellule esso forma come anione fosfato una grande quantità di composti, i principali sono:
esteri dell’acido fosforico con il glucosio. fruttosio ed altri carboidrati (glucosio-l monofosfato, fruttosio- 1,6 disfosfato della glicolisi etc.).
fosfogliceridi nelle membranose sia cellulare, che degli organuli interni, come le fosfatidilcolina e la fosfatidiletenolamina.
nucleotidi con basi puriniche e pirimidiniche per la costruzione degli acidi nucleici (RNA, DNA).
nucleosidi (AMP, ADP, ATP) , trasportatori di energia attraverso la cessione o l’acquisto di gruppi fosforici ad alto livello energetico; come messaggeri soprattutto a livello della parete cellulare (AMP ,etc.).
A livello di organi e apparati il P é presente in varie quantità di composti:
– A livello delle ossa dello scheletro e nei denti sotto forma di cristalli di fosforo di calcio (idrossiapatite) insieme a cristalli di carbonato di calcio (aragonite). E’ noto il ruolo svolto dal P nella crescita, nella riparazione e nella patologia del tessuto osseo.
A livello del tessuto nervoso, che é il tessuto più ricco in P di tutto lo organismo, é presente nei fosfolipidi costituenti la membrana, della cellula nervosa e nel patrimonio enzimatico.
A livello del fegato: il tessuto epatico contiene P per l’1,12% del suo peso secco. La ricchezza in P é dovuta soprattutto alla presenza delle catene enzimatiche per i vari metabolismi e per la fasforilazione energetica.
A livello del fegato sono sintetizzati i fattori I, II, V, VII, IX, X della coagulazione. La loro sintesi é perturbata durante l’intossicazione da fosforo con conseguenti emorragie.
A livello renale dove svolge l’importante funzione tampone (regolazione dell’equilibrio acido-base) e di intervento nel riassorbfnento tubulare degli zuccheri.
Nel sangue é possibile ritrovare sia P inorganico (fosfati mono e bimetallici) che P legato a zuccheri e ad alcoli (glicerofosfati, esoso, pentoso, trioso, fosfati etc.) e P legato a lipidi (fosfolipidi di mebrana dei globuli rossi etc.) e a protidi.
I valori di fosforo inorganico nel siero oscillano tra i 2,5 ed i 4,5 mg/100 ml nell’adulto e i 4 – 6,5 mg/100 ml nei bambini. Questi valori tendono ad aumentare nel periodo estivo rispetto a quello invernale (probabilmente dovuto ad un aumento di Vitamina·D dovuto alla irradiazione solare estiva). Variazione del livello di P sono legate all’accumulo di somministrazione di insulina) e all’utilizzazione di carboidrati (lavoro muscolare etc.).
Esiste una regolazione del metabolismo dei fosfati ad opera di fattori ormonali e vitaminici:
L’ormone della crescita. (GH) o ormone somatotropo secreto dall’ipofisi favorisce la ritenzione dei fosfati aumentandone il riassorbimento tubulare.
– Il paratormone secreto dalle paratiroidi impedirebbe inizialmente il riassorbimento tubulare dei fosfati con iperfosfaturia, poi ci sarebbe iperfosfatemia.
La tiroxina aumenta la fosfatemia.
La calcitonina secreta dalle cellule “C” antagonizza l’azione della tiroxina.
La vitamina D diminuisce la clearence renale dei fosfati e interviene nell’assorbimento intestinale di fosforo.
L’ubiquitarietà del P nell’organismc sano, ne spiega l’influenza cbe questo elemento ha sulla totalità dei metabolismi.
L’elevata quantità presente nel fegato, nel tessuto nervoso, nei reni e nel sangue, rende ragione dell’elevato numero di sintomi preenti a carico di questi organi nella sperimentazione omeopatica.
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