Questa descrizione che lui stesso fa del padre è straordinaria per il rispetto, la stima e l’affetto per il suo genitore.
“Mio padre, Christian Gottfried Hahnemann e mia madre, Johanna Christiana , nata Spiess, mi insegnarono a leggere e a scrivere giocando. Mia padre è morto che sono quattro anni. Senza essere un grande sapiente (egli era un pittore di porcellane in una fabbrica della città, e autore di un corto trattato sull’acquarello) , egli aveva scoperto da solo le nozioni su ciò che è buono per l’uomo e degno di lui. Sono queste le idee che mi inculcò. “Agire e vicere senza falsa ostentazione”, era uno dei suoi precetti più sottolineati, ed egli me li inculcò più con il suo esempio che con le sue parole. Era spesso presente, senza però farsi notare, in ogni dove lui aveva da fare qualcosa di buono. Non dovevo assomigliargli?”
I rapporti furono sempre buoni con il rispetto e l’ubbidienza totale che all’epoca si richiedeva ai figli verso i genitori. Qualche attrito avvenne quando Hahnemann dovette prendere la sua strada che non era quella che suo padre avrebbe voluto per lui, ovvero dipingere porcellane.