La Parigi di Mesmer

Mesmer arriva a Parigi nel 1778.
“La Parigi dove Franza Anton Mesmer arriva nel mese di Febbraio del 1778, in fuga da Vienna, è non solo la capitale della nazione più popolasa e ricca di Europa, il regno di Francia, un paese fiorente e in pieno sviluppo, che possiede ben 20 milioni di abitanti, il doppio dell’Inghilterra e della Prussia, ma è anche la città dei filosofi, il grande Voltaire (1694.1778) morirà a fine maggio, e sopratutto gli scenziati dell’Encyclopedie di d’Alambert (1717.1783) e Diderot (1716-1784). Insomma la città dei Lumi.
Parigi è la città dove nell’autunno 1783 si leveranno in volo le prime mongolfiere con equipaggio umano creando enorme meraviglia e grande eccitazione, la città dove le nuove scoperte scientifiche sembrano rendere tutto possibile, non solo le ardite ascese al cielo, ma anche le formidabili scalate sociali.”

“Parigi è molto più aperta e curiosa di Vienna, i parigini ‘sono travolti e attratti da notizie esensazionali su fatti insoliti, invenzioni, meraviglie scientifiche e mediche’, ma è anche un gigantesco agglomerato di più di 600.000 persone e una altrettanto grande quantità di animali, è la capitale europea dei poveri, ‘ un museo di patologie e teratologie, colmo di genti affette da un gran numero di malatttie croniche, non curate e intrattabili”.
“Una città priva di un sistema sanitario strutturato e di una organizzazione sociale in grado di mettere in campo una qualche politica di prevenzione. Così in quel periodo, le epidemie la facevano da padrone, il vaiola fra tutte: un buon quarto della popolazione femminile francese ne ha il volto sfigurato e circa 200.000 donne, per non esporsi al pubblico, hanno trovato rifugio nei conventi.”
“E’ difficile per noi, oggi, avere un’idea del rapporto che donne e uomini avevano con la malattia e con il corpo infermo del Settecento. Noi non siamo abituati a veder storpi, sfigurati, deturpati, non possiamo renderci conto del rapporto con il dolore, le deformazioni, le infezioni, le suppurazioni, l’agonia e la morte in un’epoca in cui ben pochi erano i rimedi medici efficaci. Un’epoca dove la vita media non superava i quarant’anni , dove moltissime donne morivano in seguito al parto e la gran parte della prole non superava i primi anni di vita. Lo stesso immaginario delle persone era latro rispetto ad oggi,

“… vedevano un modno così diverso dal nostro che difficilmente possiamo percepirlo, poichè la nostra vita è ostruita dalle cosmologie che abbiamo assimilato, consapevolemente o no, dagli scenziati e dai filosofi dellOttocento e del Novecento. Nel Settecento la vita dei francesi colti spaziava su un universo splendido, barocco, dove lo sguardo poteva correre sulle onde di un fluido invisibile, entrando in regni di speculazione infinita (Darnton 1968).”

Questa lunga citazione è presa dall’ottimo libro di Stefano Ossicini: “L’inganno di Mesmer e la Commissione Franklin-Lavoisier” – Meltemi. Potete leggere praticamente tutta l’introduzione su Google Books, cliccando qui.

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