Essa é riscontrata principalmente in corso di intossicazioni professionali.
L’intossicazione può essere prodotta:
– dai vapori stessi;
– dal fosforo portato alla bocca (ingestione);
– dalle mani non lavate.
Ma quale essa sia la via d’ingresso del veleno, il fosforismo cronico presenta il seguente quadro:
Si nota a livello delle via digestive:
– disturbi gastro-intestinali, inappetenza, gastralgia, dolori addominali, dispepsia, dimagrimento .
– coliche,
– diarrea;
– disturbi epato-renali, con grande fegato sensibile, e albuminuria;
– dell’apparecchio polmonare:
– tosse con soffocamento, oppressione;
– talvolta bronchiti e anche bronco-pneumopatie;
-della bocca:
Il grande accidente é costituito dalla necrosi fosforica dei mascellari; essa si riscontra talvolta dopo qualche settimana di manifestazione; altre volte essa aspetta anche venti anni per comparire o non appare mai; ma più generalmente dopo un’intossicazione da 4 a 6 anni; è quello che gli Inglesi chiamano “phossy jaw”. Essa inizia con un dolore analogo ad una odontalgia molto intensa, tenace, reale, con difficoltà ad aprire la bocca, a masticare. Poi si nota una tumefazione e una congestione gengivale, una salivazione abbondante, ascessi dentari, i denti cariati si scalzano e possono aversi fistole permanenti. Se il soggetto é curato a tempo, il male si arresta.
Altrimenti, la necrosi prosegue il suo cammino e invade tutto il mascellare, anche tutti e due, iniziando più frequentemente dal mascellare inferiore. La necrosi passa dall’uno all’altro, poi colpisce le ossa del naso, ed anche le ossa della base cranica. L’esame radiografico mostra zone di osteite rarefattiva con isole di necros1,
circondate da condensazione ossea più o meno massiva. L’intossicazione presenta una fragilità ossea particolare, che interessa tutto il sistema osseo, spiegando le fratture spontanee delle ossa. Secondo COURTEAU, l’assorbimento cronico del tossico aumenta la formazione dell’osso al disotto della cartilagine epifisaria e turba la circolazione sanguigna nell’osso con la formazione di osso nei canali del midollo e i canali di HAVERS, portando ad una necrosi e ad un sequestro osseo.
Si constata anche, negli individui intossicati, un’alterazione dello stato di salute.
Il colorito é giallo, gli occhi cerchiati di nero, le digestioni sono laboriose, l’ammalato dimagrisce, presenta diarrea, gli arti diventano dolorosi e pesanti.
Si può osservare cefalea, ipertermia e un certo grado di subittero.
All’ultimo stadio, la morte sopraggiunge per cachessia; il malato cade in coma, o muore nel mezzo di convulsioni terminali.
Le lesioni rilevate all’autopsia, variabili secondo la durata dello avvelenamento e le circostanze, sono caratterizzate da un’infiammaz10ne generale molto viva dell’apparecchio digestivo con ecchimosi, ulcerazioni e talvolta perforazione dello stomaco, e anche del duodeno.
Un fenomeno costante e la degenerazione grassa del fegato e dei reni, degenerazione che é in egual modo ritrovata in caso di intossicazione da arsenico, alcool e antimonio.”